Narrato ai ragazzi da Alessandro Massobrio - a cura di Aldo Berti 

Consigliato per le classi II-III

 

L'autore e l'opera. Cervantes nel suo capolavoro esprime gli ideali dell’uomo vissuto a cavallo tra il XVI e il XVII secolo. Egli si sentì spinto a difendere la fede cristiana, avvertendo la minaccia che a quei tempi rappresentava per l’Occidente l’avanzata dell’Islam. Si rese conto tuttavia che un’era, quella del Medioevo, fondata sui valori della lealtà e delle virtù cavalleresche era ormai tramontata e si era già affacciata alla ribalta della storia una nuova epoca, quella che gli storici chiamano «moderna». Epoca in cui i cavalieri erranti, puri di cuore, senza macchia e senza paura erano ormai fuori del tempo perché si stava facendo strada una classe sociale intraprendente e dedita agli affari, tesa unicamente alla ricerca del profitto economico e dell’immediato interesse.
Il Don Chisciotte è simbolo di questo cambiamento di ideali, e il suo è l’ultimo «Cavaliere senza macchia e senza paura», disposto a soffrire e a sacrificare tutto per instaurare in terra il regno della verità e della giustizia.

 

Finalità didattiche. La riduzione e l’adattamento del Don Chisciotte di Cervantes permettono la scoperta e la valorizzazione di uno dei romanzi classici di tutti i tempi che, come tutti i classici, offre una differenziata gamma di chiavi di lettura e di interpretazioni: come romanzo «storico» è uno riuscitissimo affresco della Spagna di Filippo II, all’inizio di una grande crisi; come romanzo umoristico ha due personaggi (Don Chisciotte e Sancio Pancia) protagonisti di vicende esilaranti e irresistibili; come romanzo «letterario» è la metafora dello scontro drammatico e malinconico tra utopia e realtà, tra ideale e reale.

 

  Don Chisciotte della Mancia_Anteprima.pdf 

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