Traduzione e cura di Sergio Calzone

 

Le ragioni del successo.
Il Piccolo Principe di Antoine de Saint- Exupéry dalla sua comparsa nel 1943 fino ad oggi ha sempre conosciuto una grande fortuna presso un vastissimo pubblico di lettori, piccoli e grandi, indistintamente. Il motivo di questo successo straordinario sta anche nel fatto che quest’opera può essere vista come la delicata rivincita di un adulto nei confronti del tempo che, passando, lo ha costretto a crescere: è un grande elogio delle fantasticherie, dell’assoluta onestà, della logica infantile che non conosce malizia, e anche (perché no?) dell’ingenuità.

 

Un’originale e avvincente trama.
Il capolavoro di Saint- Exupéry è il confronto tra un adulto ancora disposto a dar retta ai sogni e un personaggio venuto da un altro pianeta ma dall’aspetto di un ragazzino umano, dotato di una logica tutta sua, a prima vista sconcertante ma, a ben vedere, estremamente precisa e ricchissima di umanità.
Il pianeta del Piccolo Principe è assai lontano da noi ed egli, per arrivare fin sulla Terra, ha dovuto sostare in molti altri mondi, incontrando ovunque individui in preda a una sola ossessione. Il candore intelligente del Piccolo Principe e la partecipazione alle sue preoccupazioni da parte del pilota d’aereo atterrato in emergenza nel deserto sono i due elementi principali del racconto.
A poco a poco, nell’uomo, alla sorpresa si sostituisce l’affetto ed egli sente che la vita sarebbe incompleta senza la presenza di quel suo amico così fuori dal normale.
Così, quando la strana creatura venuta così da lontano decide di ripartire per la sua patria, il pilota, pur coraggioso e abituato a ogni sofferenza, non può che sentire un vuoto incolmabile e rimpiangere
per sempre quella partenza. È la sua infanzia che è partita con il principe bambino e che non tornerà mai più.

 

Temi e messaggi.
Che cosa trarre dalla lettura del Piccolo Principe? Innanzi tutto, tolleranza.
Tolleranza per i modi di vedere diversi dai nostri, per le creature differenti da noi, per le convinzioni che non coincidano con le nostre.
Poi, capacità di amicizia, capacità di comprensione, capacità di emozionarsi.
L’idea che piangere non sia segno di debolezza ma di sensibilità, e che la sensibilità non sia affatto un lusso che non ci si può permettere ma un dono da coltivare con attenzione e con amore, perché è il solo che può creare dei veri ponti tra noi e gli altri, chiunque siano.

 

Gli apparati didattici.
Il libro è preceduto da un’ampia introduzione sulla vita avventurosa e sfortunata di Antoine de Saint-Exupéry e da un’approfondita analisi in grado di far apprezzare al lettore un’opera in apparenza semplice ma, in realtà, complessa e dai tanti risvolti.
La parte operativa ha come obiettivo di guidare il giovane lettore a scoprire con la sua riflessione e l’impegno le tante chiavi di lettura possibili e a scoprire i messaggi palesi ma anche quelli reconditi che quest’opera è in grado di offrire.

 
 

 

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