L’argomento. Diciassette racconti di fantascienza, rappresentativi di un genere letterario largamente prodotto, soprattutto nei paesi anglosassoni. Il curatore ha voluto suddividere il testo in aree tematiche per sottolineare come il genere fantascientifico possa ritenersi strettamente collegato ad alcune tematiche di fondo che caratterizzano i nuovi “miti” della società industriale. L’intento è infatti quello di dimostrare come non solo la fantascienza appartenga a pieno titolo alla grande letteratura, ma che in più essa rappresenti la forma di narrativa più adatta a sostenere la sfida della complessità della società contemporanea. Ben rappresentativi sono i brani di Silverberg o di Asimov, che aiutano a riflettere sugli ipotetici scenari del futuro che si prospettano alle società tecnologicamente avanzate. Non è tuttavia solo al versante “pessimista” dello sviluppo della scienza che il genere fantascientifico si può circoscrivere. Se è vero che il “mito” della scienza ha creato il suo proprio genere letterario, è alla struttura stessa del mito che si vuol fare riferimento nel ricordare come in esso convivano indisturbati elementi tra loro opposti, e come la loro risoluzione nel bene e nel male dipenda comunque sempre dalla coscienza e dalla ragione dell’uomo.

 

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